Ogni anno, all’inizio di febbraio, l’America si ferma. Ogni famiglia, ogni gruppo di amici, si riunisce in una casa, in un pub o dovunque ci sia un televisore, e fra patatine, pizza, hot-dog e fiumi di Budweiser, ci si gode l’evento americano per eccellenza: il Super Bowl.
E’ molto più di una partita, ma uno spettacolo sportivo, sociale e culturale. Al suo interno vi è tutto un mondo: spot televisivi di trenta secondi da milioni di dollari, biglietti “economici” della partita che sfiorano cifre intorno ai 6.000 dollari (cifre di quest’anno) e un intero paese, sia che abbia la propria squadra del cuore nella partita o meno, che segue “The Game”. E’ l’America nella sua massima espressione culturale.
Nel 2016 ho avuto l’opportunità di seguire il Super Bowl da un pub di New York. Fu la partita vinta dallo “Sceriffo” Peyton Manning, che giocò il suo ultimo “rodeo”.
Ricordo ancora adesso quanto emozionato ero all’idea di seguire un evento del genere in diretta in America, fra quella che ritengo la mia gente – il popolo americano. Certo, fossi stato a Denver, a seguire quella che poi fu la vittoria dei Denver Broncos, sarebbe stato ancora più profondo e significativo, ma anche NY non scherza, tra conversazioni improvvisate per strada e un fervente clima generale.
Per onorare dunque l’imminente Super Bowl, che si terrà a Miami e vedrà contendersi il Lombardy’s Trophy i Kansas City Chiefs contro i San Francisco 49ers, vi racconto in questo articolo la generale “ubriachezza” americana nel giorno della partita, attraverso i miei ricordi e stati d’animo di quel giorno newyorkese di febbraio di quattro anni fa.
Per quest’anno, la partita verra’ trasmessa da FOX, in Italia su DAZN, sul Canale 20 del digitale terrestre e Tivùsat ed al 151 su Sky.
Tiziano, Stories About America