Il trasferimento in un nuovo paese pone sempre davanti a tanti culture shock. Quando si hanno dei figli i culture shock si moltiplicano all’ennesima potenza perché alla fine, dobbiamo ammetterlo, l’esperienza ce la facciamo sulle loro spalle.
La scuola e l’educazione che i nostri figli avranno, occupa i pensieri dei genitori, di tutti.
Negli Stati Uniti, specialmente in certe zone, anche trovare l’asilo nido è fonte di preoccupazioni e pianificazioni fino dalla nascita del pargolo. Spostiamoci in avanti di qualche anno a quando i nostri figli andranno all’università.
Aiuto! Che costi ci saranno da affrontare!
Chi se lo può permettere comincia a mettere via soldi per aiutare a pagare le spese universitarie dei figli fin dalla loro nascita.
Se si arriva da un paese straniero, non ci si può neanche basare sulla propria esperienza, e le cose si scoprono a poco a poco. Per esempio noi abbiamo avuto ancora abbastanza tempo per creare un fondo università per nostra figlia perché lei è nata in USA, ma non abbiamo iniziato da subito. Nessuno ce ne aveva mai parlato e abbiamo scoperto questa opportunità solo a metà delle scuole elementari.
Per quanto riguarda come sono strutturate le scuole, anche lì l’esperienza nei nostri paesi di origine, non ci può aiutare: ogni paese ha un sistema scolastico differente e, anche se ci sono i pro e i contro in tutti, per imparare, adattarsi ed apprezzare quello del paese o dei paesi dove i nostri figli cresceranno, ci vuole tempo e pazienza.
Finché i ragazzi vivono a casa, cioè fino alla fine delle superiori, si impara insieme, si fanno scoperte insieme, si sbaglia insieme. Per fortuna, ed io l’ho visto con mia figlia, i ragazzi si sanno aggiustare da soli molto meglio di quanto non pensiamo noi genitori e nonostante l’aiuto nullo che noi le abbiamo potuto dare, lei se l’è cavata bene.
Più difficile invece è stato seguirla nella scelta universitaria e capire come funziona l’università americana, come è strutturata e che sbocchi dà.
Pur insegnando io stessa in una università americana, solo quando mia figlia l’ha frequentata ho potuto capirne di più.
Vi spiego un po’ come funziona nel mio post di questo mese.
Spero che l’argomento vi interessi e sono a disposizione se avete domande.
Buona lettura
Claudia, Un’alessandrina in America