Storia del Peanut Butter

Uno degli alimenti più amati in assoluto dagli americani è il burro di arachidi. Al pari della nostra Nutella, è il comfort food dei momenti bui, è lo snack al volo, è la merenda preparata dalla mamma al ritorno da scuola.

Partite dal Sud America, Perù o Brasile, le origini sono incerte, le arachidi arrivarono in Spagna e, da lì, furono portate dagli esploratori in Asia e in Africa. Furono proprio gli schiavi africani, nel 1700, a introdurre nel Nord America quello che sarebbe diventato l’ingrediente principale dell’alimentazione di militari e bambini.
In un primo tempo venivano coltivate solo in Virginia, e utilizzate per produrre olio, come snack e come sostituto del cacao, ma la raccolta a mano, molto difficoltosa, ne limitava l’estensione commerciale. Piano piano, durante il 1800, la loro popolarità crebbe, grazie ala diffusione in fiere di paese, circhi e nelle partite di baseball, si sviluppò un metodo di coltivazione, raccolta  e pulizia che ne permise una più facile commercializzazione.

Tuttavia, la svolta avvenne nel 1900, quando il Dr. George Washington Carver introdusse il concetto di rotazione dei raccolti. Nato in schiavitù, in seguito alla sua liberazione gli fu permesso di studiare e divenne il primo afroamericano, nel 1894, ad ottenere una laurea in scienze.  Il Dr. Carver spese tutta la sua vita girando per le piantagioni e insegnando agli ex schiavi a coltivare in modo più efficiente i campi ed a affrancarsi dalla tirannia dei campi di cotone. Durante i suoi studi si accorse che ruotare le coltivazioni, alternando cotone e arachidi, permetteva di avere risultati migliori e non impoverire il suolo, ottenendo comunque prodotti di valore commerciale interessante.

Workers harvest peanuts for Rick by U.S. Department of Agriculture is licensed under CC-CC0 1.0

Nel frattempo, infatti, il Dr. Kellogg (quello dei cereali) aveva brevettato un nuovo “alimento” da utilizzare nelle sue famose (o famigerate) cliniche della salute. Riprendendo una lavorazione propria già delle popolazioni precolombiane, bollì e tritò le arachidi, in modo da ottenere una pasta commestibile da servire presso il suo Battle Creek Sanitarium, una Spa in cui si promuoveva la pulizia del corpo e dello spirito, attraverso una purificazione mentale e fisica ai limiti della tortura.

Peanut Butter & Jelly (P&J)

Grandi nomi passarono dalla clinica del Dr. Kellogg, portando alla ribalta la sua pasta di noccioline e, in breve tempo, le riviste per le casalinghe americane suggerirono di creare a casa il meraviglioso peanut butter del Dr. K. La stessa ingegneria industriale sviluppò macchine che permettessero la produzione di burro di noccioline su larga scala e l’industria alimentare si prodigò per migliorare la stabilità della pasta. Infatti, lasciato riposare, il burro di arachidi si separa in una fase solida e una fase oleosa, ma, nel 1921, si provò a adottare la pratica dell’idrogenazione dei grassi (già usata nelle margarine) con grandissimo successo.
Il vero momento di gloria del burro di arachidi si ebbe durante la Prima Guerra Mondiale, quando razioni di peanut butter arrivarono a sostenere i militari americani in giro per il mondo e il suo contenuto di grassi e proteine lo rendeva adatto a rinforzare l’alimentazione di tutta la popolazione.
Anche perché, nel frattempo, nel 1920, un’altra invenzione aveva permesso al peanut butter di avere ancora più successo, cioè il pane in cassetta confezionato a fette: adesso anche i bambini potevano preparare da soli il loro P&J sandwich. Due fette di pancarrè con in mezzo gelatina di uva e burro di noccioline, il panino ancora presente nelle lunchbox di gran parte degli americani di tutte le età.

Spesso l’unico cibo disponibile, il P&J sandwich aiutò i soldati americani durante la seconda Guerra Mondiale e nutrì i bambini durante la Grande depressione. Oggi è ancora il cibo preferito da tutti, e si trova morbido o crunchy (cioè con pezzi croccanti dentro, all’interno dei cioccolatini più amati, nei biscotti, in tantissime ricette della cucina Thai che qui amano particolarmente ed è possibile prepararselo da soli al supermercato, utilizzando dei piccoli mulini messi a disposizione per i clienti, con cui macinare il proprio blend di arachidi, cioccolata e mandorle.

Nessun altro popolo consuma così tante arachidi e, per gli americani, mangiare burro di arachidi significa “essere a casa”.

Il burro di arachidi, oltre che consumato in purezza o nel P&J sandwich, è un ingrediente usatissimo in pasticceria e nei piatti salati. La ricetta che vi propongo è la versione americana del Pollo Satay thailandese. Lungi da essere “integralista”, fa parte di tutta una serie di contamizioni della cucina straniera che agli americani piace tantissimo e indigna (solo) noi italiani.

La ricetta del mese: Pollo Satay

Grilling chicken skewers by Jakub Kapusnak is licensed under CC-CC0 1.0

Per 20 spiedini di pollo:

1 kg di sovraccosce di pollo o petto, tagliati in striscioline

Per la marinata:
 2 vasetti di yogurt bianco
1 cucchiaio di curry in polvere o di pasta red curry thailandese
1 cucchiaino di tabasco
1 scalogno tritato
2 cm di zenzero fresco tritato
due spicchi piccoli  di aglio tritati
un pizzico di sale

Per la salsa:

1 cucchiaio di olio
1cucchiaio di curry o di pasta di red curry thai
1 scalogno tritato
2 cm di zenzero fresco tritato
due spicchi piccoli  di aglio tritati
300g di burro di noccioline cremoso
125ml di latte di cocco denso
una tazzina da caffè di salsa di soia (circa 60g)
succo di 2 lime
un pizzico di peperoncino
125ml di acqua calda (da regolare)
un cucchiaio di zucchero di canna
un pizzico di sale- coriandolo in foglie (o prezzemolo, se non lo sopportate) per guarnire

Mescolare tutti gli ingredienti per la marinata in un sacchetto da freezer o in una piccola ciotola che possa contenere anche il pollo.
mescolare il pollo alla marinata e lasciare riposare per almeno 2 ore o tutta la notte.

Preparate la salsa:

in un pentolino scaldate l’olio, poi aggiungete aglio scalogno e zenzero e fate rosolare. Aggiungete il curry, lasciate sprigionare il profumo.

Versate in un frullatore e aggiungete tutti gli altri ingredienti della salsa, ad esclusione del coriandolo. Frullate fino ad avere una pasta cremosa, aiutandovi con più o meno acqua calda.
versate in una ciotola, coprite e lasciate in frigo fino al momento di consumare.

Infilzate il pollo su spiedini di circa 15 cm (vanno benissimo quelli squadrati da cocktail) e grigliate sul grill o su una piastra di ghisa con le scanalature.
Preparate un grosso piatto da portata circolare. Al centro posizionate la ciotola con la salsa e attorno, a raggiera, gli spiedini ancora tiepidi, eventualmente appoggiandoli su foglie di lattuga croccante.
È un piatto che si presta bene nei buffet, perché resta ottimo anche a temperatura ambiente e non richiede posate.

Enjoy!

Elena, Florida

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: