Che tempo che fa, in Florida

Photo by James Lee on Unsplash

Una delle prime domande che mi vengono poste, non appena qualcuno sa che vivo in Florida è:

“Com’è il clima in Florida?”

Sono ormai quasi sette anni che vivo qui e non sono ancora riuscito a formulare una risposta chiara e precisa a questo quesito.

Pertanto, ho deciso di imbrattare nero su bianco tutto ciò che so al riguardo, in modo tale da confondere maggiormente le idee a tutti e una volta per tutte, fornendo delle linee guida ricchissime di spunti talmente contraddittori tra loro da risultare universali e quindi applicabili a qualsiasi altro Paese del pianeta.
In pratica, il servizio meteo dei nostri giorni.

Partiamo dalla posizione geografica della Florida, rispetto all’Italia, con questa immagine esplicativa:

Se dalla Florida scagliassimo un ipotetico giavellotto verso est, ipotizzando che abbia sufficiente forza da attraversare l’intero Oceano Atlantico, esso andrebbe presumibilmente a conficcarsi in una duna del Sahara egiziano.
È solo per finta, tranquilli. A parte il fatto che, se ci provassi io, come minimo mi lusserei di sicuro una spalla e, con la sfiga che ho, andrei a colpire mortalmente l’unico beduino che sta passando di là, scatenando la Terza Guerra Mondiale.
Serve solo per dare un’idea della latitudine della Florida, rispetto all’Italia.
E, mi raccomando, focalizzatevi sulla freccia rossa, non sulla “o” mancante di “Ocean Atlantico”, che non è colpa mia, ma è un refuso di Google Maps.
Non fate i Grammar Nazi, per favore.
Basto già io.

Ma non divaghiamo.
Con questa immagine, cosa voglio mostrare?
Che la Florida è uno Stato desertico, ricoperto solo da dune di sabbia?
Tutt’altro.

Semmai, la Florida è una penisola ultrapiatta, composta prevalentemente da sabbia, ma totalmente ricoperta da una vegetazione rigogliosissima, che, tra l’altro, può fiorire a più riprese, nell’arco dell’anno.
A questo, infatti, pare sia dovuto il suo nome, anche se in merito esistono fonti contrastanti.

E allora?
Oh, non vi innervosite. Io vi avevo avvertiti, che vi avrei confuso maggiormente le idee.
Una promessa è una promessa.
Lasciatemi proseguire con solerzia e pazienza, per cercare di infittire ulteriormente l’oscurità intorno all’argomento.
Se avete fretta di risposte, potete andare su Wikipedia, ma non vi assicuro che saranno chiare, perché prima di partire per la Florida, io ero andato a controllare proprio lì.

Quando siamo partiti dall’Italia, la prima volta, non potevamo sapere esattamente a cosa stavamo andando incontro.
Del resto, in Italia, impariamo fin da piccoli che esistono le quattro stagioni, ben distinte persino sulla pizza, e viviamo una vita di certezze incasellate in base a esse.
Per cui, nell’incertezza, ho deciso comunque di mettere in valigia qualche capo di abbigliamento invernale, o per lo meno autunnale.
Anche perché mi spiaceva buttare via tutto il mio guardaroba: stavo per lasciare l’Italia per sempre.
Così: 1 maglioncino, 1 felpa, 1 giacca imbottita, 1 k-way, e via discorrendo col numero 1 di ogni capo di abbigliamento pesante, ho deciso di portarmelo, giusto nel caso in cui.
Ho abdicato solo sull’ombrello, tanto stavamo andando a vivere in quello che viene chiamato “The sunshine State, per via del suo clima molto spesso sereno e soleggiato” (cit. Wikipedia), dunque l’ho cestinato.
A quel punto, per un eccesso di entusiasmo, non sono andato oltre a leggere e mi sono perso il paragrafo successivo, che riporta:

“Durante l’estate, da maggio a ottobre, si verificano piogge abbondanti, sotto forma di rovesci e temporali”, i quali temporali – prosegue sempre Wikipedia nella sua descrizione border line, “lasciano quasi immediatamente spazio al sole”.

Visto?

Persino Wikipedia è disorientata.

Ma se volete davvero non capirci proprio più nulla, basta che clicchiate su questo mio post sconclusionatissimo: Il clima in Florida.

Buon ingarbugliamento!

Pietro, Provenzano’s blog

Pubblicità

Pubblicato da pietroprovenzano

Scrittura, Comunicazione, Web: tre passioni che, ad un certo punto, sono diventate un lavoro (Web Content Manager/Copywriter), per conto di una web agency torinese, per la quale ho curato la parte SEO e SMO dei clienti, occupandomi di Social Media Strategy e costruzione di ecosistemi digitali. Ma la vita è sempre piena di sorprese, incontri inaspettati, circostanze impreviste, scelte giuste e scelte sbagliate. Sicché, impegnato tra un progetto e l'altro, ecco che ora mi ritrovo a vivere sull'altra sponda dell'Oceano Atlantico, a svolgere un lavoro totalmente diverso, nel campo della ristorazione. Una storia lunga. Talmente lunga, che ho deciso di raccontarla nel libro: "Tirati su, sei un budda anche tu", le cui vendite su Amazon.it stanno contribuendo ad aiutare un orfanotrofio del Nepal. Se volete saperne di più… Un cambiamento drastico, dunque. Ma come si può notare, è rimasta a farmi compagnia la mia prima passione, quella di sempre, che non mi abbandonerà mai: la scrittura :-)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: