Ma i cani, in America, abbaiano in modo differente?

Beh, sì… se per un italiano un cane abbaiaia dicendo “bau bau”, per un americano dice “woff woff”… questa cosa a me ha sempre divertito (sono scema, lo so…) perché mentre nella mia mente riesco a declinare l’abbaiare italiano con diversi toni, dal più cupo per un terranova, ad esempio, al più stridulo per un pincher, non riesco proprio a rendere credibile il woff per un topocane… anyway, dopo questa parentesi un po’ così, negli ultimi anni mi sono ritrovata a fare diversi paragoni tra Italia e America riguardo la gestione dei cani e degli animali da compagnia in generale.

Se nello scorso articolo ho provato a descrivere un poco le diversità rispetto agli aristocratici gatti, qui proverò ad comparare i diversi modi di agire rispetto ai cani, naturalmente per la realtà nella quale vivo io, quindi non di una grande città ma comunque non campagnola, intesa con l’accezione “rurale” di un tempo…

Quando 4 anni fa Cookie, il maltese viaggiatore del quale vi ho già parlato in passato, nella nostra prima vacanza estiva in Italia, è venuto a vivere con noi (con somma gioia di gatta Thea…) ho subito pensato di averlo portato a vivere in una specie di prigione dorata una volta atterrato in Michigan. Perché dico questo? Perché in America i cani non sono accettati praticamente da nessuna parte… negozi, la maggior parte degli hotel e dei luoghi di incontro non sono pet friendly… gli unici negozi che accettano cani al loro interno, dalle mie parti, sono Home Depot e Joann, e naturalmente i negozi di articoli per animali… ma non è che tutti i giorni faccio bricolage o lavori a maglia e decoupage! Per quanto riguarda gli hotel, bisogna fare una accurata ricerca se si vuole prenotare portandosi in vacanza il proprio cane, i prezzi sono maggiorati dalla pet fee che può essere giornaliera o un una tantum di fine soggiorno per la pulizia della stanza… ragionavole direte voi! Lo direi anche io, se non fosse che le stanze spesso e volentieri non sono propriamente pulite, il carpet e le poltrone hanno macchie facilmente identificabili per colore e odore, e sono locate ai piani terra degli hotel, sul retro nella zona dell’hotel dedicata alla stanza fumatori…

Una macchia bianca nei meravigliosi colori autunnali del Michigan

Altro particolare non trascurabile, se si decide di soggiornare con il cane in un hotel, è che, come ho detto sopra, il cane non potrà venire con voi praticamente da nessuna parte (ad ora, l’unica città pet friendly incontrata nei nostri peregrinaggi è stata Indianapolis…) quindi bisogna essere pronti a lasciarlo in camera tutto il giorno, con la clausola dettata dall’hotel di rimanere in un raggio di non oltre 30 minuti, perché se il cane inizia a disturbare bisogna tornare velocemente (un po’ come quando a lavoro si è in reperibilità, con la differenza che nel primo caso si deve pagare, nel secondo si viene pagati…), e la cosa può succedere visto che nelle stanze vicine essendoci altri cani si può innescare una cagnara – mai termine fu più azzeccato – al primo accenno di abbaio.

Quindi la soluzione migliore sembrerebbe quella di lasciare il proprio cane in un kennel o con una dog sitter… nel primo caso i prezzi a mio avviso non sono alla portata di tutti… sarà che io ero molto mal abituata in Italia, quando lasciavo Thea in pensione, dove spesso e volentieri non dovevo nemmeno portare il cibo per lei e mi venivano chiesti 7€ al giorno (sono arrivata a 10 ma mai di più…). In Michigan per Cookie mi vengono chiesti $23 nel kennel vicino casa (il costo giornaliero varia a seconda delle dimensioni del cane), ed è uno dei più economici, e lo si capisce perché quando lo riprendo ha lo stesso colore dei piumini swiffer dopo averli usati per un mese di fila, e un odore che descrivervi non so… in altri kennel so che si può arrivare tranquillamente oltre i $50/giorno, e spesso e volentieri bisogna prenotare con un sacco di anticipo perché tra i più richiesti. Oltretutto è abbastanza comune non trovare posto per cani non sterilizzati…

Decidendo invece di lasciare il cane con un/una dog sitter, le opzioni sono di trovare qualcuno che possa venire più volte al giorno a casa a portare fuori il cane (una delle possibilità è quella di spargere la voce nel proprio neighborhood e trovare un teen che voglia guadagnare un po’ di soldi…) oppure come faccio io, portarlo da una persona che faccia quello quasi di mestiere e lo tenga a casa propria trattandosi come se fosse il suo cane, spendendo quasi come ad un kennel, ma avendo certezza che venga trattato molto meglio (almeno di quello vicino a casa mia…). Un’altra opzione, presa in considerazione ad esempio dai miei vicini che di cani ne hanno 2 e di grossa taglia, è di prendere una persona in casa propria che si prenderà cura dell’animale per tutto il periodo di assenza dei padroni, ma al prezzo del servizio offerto bisognerà aggiungere il costo del cibo da lasciare (non per il cane…) e l’utilizzo della casa e di tutte le utilities.

Altra grossa differenza che ho riscontrato è il costo del veterinario… mi viene spontaneo fare un esempio (non so proprio perché…)… il giorno di Santo Stefano 2020 Cookie si è svegliato purtroppo stando molto male di stomaco (stava accusando i bagordi del giorno prima…), e dopo un paio di ore durante le quali non si riprendeva come al solito, ma si era anche aggiunto un sibilo sospetto durante la respirazione, decisi di portarlo in una clinica che mi era stata suggerita da una mia amica. In questa clinica lavorano dei veterinari ormai in pensione che applicano dei prezzi irrisori per le prestazioni erogate e devolvono tutti ai canili della zona. In questo caso, però, la situazione era più complessa del dovuto e mi indicarono una clinica dove il cane fu trattenuto per 30 ore alla modica cifra di $100 all’ora… lascio a voi fare il calcolo della spesa complessiva, perché mi viene ancora male solo al pensiero… da qui il suggerimento di dover fare una assicurazione sanitaria anche per i 4 zampe (anche in Italia, certo, ma qui un po’ di più…).

Gli americani, non avendo normalmente lo stesso ammontare di giorno si ferie di noi italiani (per lo meno di quelli non con un contratto locale, ma in USA per un periodo limitato di anni che spesso sottostanno ancora alla regole italiane riguardo permesse e ferie…), nelle loro vacanze che solitamente non vanno molto oltre la settimana, si affidano alle soluzioni di cui sopra, ma nel caso l’assenza sia prolungata ad esempio per i rientri in Italia, una opzione è quella di viaggiare in aereo con il cane. In questo caso, se il cane è sufficientemente piccolo (il suo peso, addizionato a quello del trasportino non deve superare gli 8 kg) si può portare In cabina, altrimenti deve viaggiare in stiva. Se si decide di portare anche il cane a far visita ai “nonni” italiani, si deve, dopo aver acquistato il biglietto per noi, chiamare i call center delle varie compagnie aeree che ci porteranno a destinazione per prenotare il posto per lui (su ogni volo sono ammessi solo 2 pet a tratta…) e fornire tutte le specifiche del cane, e del trasportino (per il quale saranno richieste naturalmente misure diverse per ogni compagnia utilizzata e che varieranno di pochi ma precisissimi millimetri…). A quel punto se riuscirete ad avere il nulla osta per imbarcare anche il cane, dovrete assicurarvi che sia coperto da tutte le vaccinazioni esistenti (tra poco non mi stupirei chiedessero anche le sperimentali…) e soprattutto l’antirabbica che deve essere stata inoculata almeno un mese prima della partenza, e che abbia il passaporto valido e il microchip. Se ora siete pronti per partire, dovrete solo più presentarvi al check in e pagare il viaggio del peloso, che sarà da saldare solo durante l’andata e che per esempio nella tratta Michigan Italia solitamente si aggira intorno ai $200.

Ora, tornando a bomba e a una delle prime frasi che ho scritto, all’inizio pensavo di aver portato Cookie in prigione, ma adesso, ogni volta che torniamo in Italia, mi rendo conto che, a parte purtroppo per lui il lungo periodo di grande freddo che va da novembre a volte anche ad aprile inoltrato, quando non si possono fare grandi passeggiate, l’ho portato invece in un posto pieno di stimoli per lui, poco pericoloso (a parte alcuni animali tipo i coyote, che però circolano per lo più di notte e in zone più boschive che non le subdivision, oppure i cerbiatti che purtroppo spesso, passando nei backyard lasciano cadere centinaia di zecche, o gli scoiattoli e i procioni che se mordono possono veicolare la rabbia…) e soprattutto molto pulito. In città in Italia, infatti, oltre a non portarlo far uscire ogni volta che vuole aprendogli semplicemente la porta, lo sottopongo a delle “sedute” di pulizia tutte le volte che rientriamo da una passeggiata, visto che esco con un maltese e rientro con un mini schnauzer… Nella zona dove abito io, soprattutto, è veramente gradevole passeggiare sull’infinita rete di trail che si snoda nei boschi tra le varie cittadine, molto ben frequentati da runner, mamme e famiglie con bambini, molta gente con cane al seguito e soprattutto molto puliti.

Quindi, concludendo, se state pensando di trasferirvi in USA, il vostro cane vi sarà grato di poter stare in cotanta natura (e anche nelle grandi città troverà molti polmoni verdi dove potersi sfogare) ma soprattutto sarà felice di poter stare con voi, se invece state pensando di fare qui “solo” un viaggio di piacere, fate un piacere anche a lui lasciandolo a casa e godetevi il viaggio e le enormi feste che vi farà al vostro rientro!

Chiara, Michigan

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