Lo scorso mese, vi ho lasciati tra uno sbadiglio e l’altro, nel bel mezzo di un’afosa notte floridense di diversi anni fa, tormentata dall’ininterrotto parlottare al telefono della mia vicina di casa.
Con la sua telefonata eterna, ci impediva di prendere sonno, in quanto il suo lanai si trova prospiciente alla nostra camera da letto e a quel tempo le due abitazioni erano anche rimaste prive della staccionata divisoria, che era stata abbattuta dall’uragano Irma e che, essendo in legno, assorbiva almeno in parte suoni e rumori.
Dopo diverse ore di conversazione telefonica e una richiesta inascoltata di spostarsi lontano dalla nostra camera da letto, intorno all’una di mattina ho sgombrato il campo da ogni incertezza e mi sono deciso a chiamare lo sceriffo, il quale, nonostante l’ora tarda, è intervenuto in nostro soccorso con molta solerzia, riuscendo finalmente a convincere la signora ad andare a dormire.
Ma la notte era ancora molto lunga, mentre noi eravamo del tutto ignari delle altre strane sorprese che ancora ci avrebbe riservato, anche se di solito si usa dire che debba portare consiglio.
Ma quale consiglio: a quell’ora, coltivavamo solo un unico sogno, ossia quello di poter andare a dormire.
Invece… peggio che andar di notte.
Eravamo persino disposti a pagare qualsiasi cifra, pur di riuscire ad andare a letto, riposare, godere del sonno dei giusti.
Invece… buona notte al secchio.
Ma non c’è tempo per fare sfoggio di tutti i modi di dire più inflazionati sulla notte: rimangono in sospeso ancora troppe domande senza una risposta, in questa misteriosa storia notturna realmente accadutami, ma dall’aspetto un po’ noir.
Pertanto, è meglio che mi sbrigo, altrimenti… facciamo notte.
Per esempio: con chi aveva parlato al telefono per ore e ore la mia vicina di casa, senza prendere mai fiato e senza prendersi nemmeno una pausa?
E chi era quella sagoma misteriosa che ora insisteva a bussare nervosamente sul vetro della finestra della nostra camera da letto, borbottando frasi in inglese dal vago sapore minaccioso?

E infine: cosa diavolo sarà mai un… lanai?
Scopriamolo insieme, durante il secondo tempo di questa Notte noir americana.
Buona visio… cioè, lettura!
Pietro, Provenzano’s Blog