Uno degli aspetti che apprezzo di più della vita in Florida è il clima pressoché estivo durante tutto l’arco dell’anno.
Questo, per esempio, ci permette di vivere i campi scout autunnali e invernali delle nostre piccole pesti con un altro spirito: niente di più piacevole che poter trascorrere un weekend di fine ottobre, immersi nella natura subtropicale, in maniche corte tutto il giorno, potendo dormire in tenda, senza dover ricorrere al sacco a pelo d’alta montagna e alla tuta di Superpippo come intimo.
Così, si ritorna a casa ricchi di ricordi emozionanti, fatti di fotografie sorridenti, canti attorno al fuoco, attività ludiche per ogni età, pasti in gruppo all’aria aperta, proiezioni cinematografiche sotto incredibili cieli stellati, marmocchi urlanti e scalmanati in piena libertà fino a tarda ora, giri in canoa su graziosi laghetti infestati dagli alligatori e le immancabili zanzare vigliacche, sempre in smaccata superiorità numerica: due di loro ci bloccavano, afferrandoci per le braccia, mentre le altre ci prendevano a sberle.
Ne porteremo memoria per le prossime settantasette settimane, je pòssino.

Quest’anno ci è toccato un campo chiamato “Camp Miles”, situato dalle parti di Punta Gorda, sopra Fort Myers, a un’ora di macchina da casa nostra.
Una delle principali peculiarità dei campi scout americani è la mancanza di elettricità quasi totale. I cellulari, senza ripetitori nelle vicinanze, funzionano solo per fare foto, fintanto che la batteria resiste. Dopodiché, spazio solo alla memoria di ciascuno, nella speranza che sia bella capiente, perché di attimi salienti da ricordare, alla fine di un’esperienza del genere, ve ne sono sempre una infinità.
Ma se dovessero chiedermi quale è stato il momento di questo campo scout che più mi ha emozionato e che ricorderò in maniera indelebile, beh, non avrei alcun dubbio, l’Oscar va tutto alla piccola peste più… piccola, la quale questa volta ha proprio esordito col botto, sorprendendo davvero tutti.
Vi racconto cos’ha combinato nel post “Noi, mocciosi duri”.
Buona lettura!
Pietro, Provenzano’s Blog



