Se c’è un tema che è sempre presente nelle conversazioni sugli USA è quello sullo spazio, o meglio, gli spazi. Le strade, giganti; le case, giganti; i negozi, giganti; i parcheggi, giganti.
Ecco, quando mi sono trasferita in California, anche io mi sono ritrovata a fare i conti con i loro spazi. Tutto è cominciato, un po’ inconsciamente, durante uno dei primi giri nel centro commerciale che c’è vicino casa. È un centro commerciale all’aperto, grandissimo anche lui, all’interno del quale c’è di tutto. Tre grandissime aree con parcheggio su cui affacciano i megastore di abbigliamento sportivo, di attrezzi per la casa, di materiale da ufficio, di elettronica. E poi, una strada laterale con negozi “piccoli”, di abbigliamento, e una libreria: Barnes&Noble.
Barnes&Noble è una libreria che potremmo equiparare alla nostra Feltrinelli: gigante, piena di libri ma anche giochi, agende, tazze e un bar. Ecco, mentre passeggiavo tra gli scaffali mi è venuta voglia di fare qualche foto a quegli spazi così grandi, così organizzati e particolari. Come potete vedere da soli, è una libreria assolutamente normale, eppure ha qualcosa di diverso dal normale colpo d’occhio a cui so di essere abituata.




I giorni seguenti il pensiero è rimasto e ho cercato di fare caso a cosa realmente mi facesse sembrare tutto così diverso dall’Italia, e sono partita dal luogo che, solitamente, è preso a emblema di questa differenza: i supermercati.
Per foto, impressioni e anche una simpatica discussione tra me e mio marito sulle follie dei supermercati statunitensi, vi aspetto sul mio blog, precisamente in questa lettera!
Benedetta di Lettere aperte da Sfo