Sui canali della televisione americana credo ci siano reality show che possano soddisfare gli interessi di tutti. Pensa ad uno sport, un hobby, una destinazione di viaggio, un tipo di veicolo (solo per fare qualche esempio) e di sicuro c’ é uno show dedicato a quel tema. Spesso capita anche per le attività quotidiane come fare la spesa. Uno dei programmi “storici” era Extreme couponing, che già qualche anno fa era arrivato anche sugli schermi italiani.
Spesso mi sento chiedere se sia vero quello che si vede nello show. Per buona parte sì: é realmente così. Negli anni sono cambiate un po’ di regole rispetto a quello che si vede nelle puntate, e sicuramente qualche libertà ai fini dello spettacolo é stata concessa.
Pur considerando che si tratta appunto di esempi estremi (sfido chiunque a consumare scorte da 300 tubetti di dentifricio) mostra come spesso gli americani tendano a fare la spesa con un’ ottica diversa dalla nostra. Sicuramente tesa al risparmio, in fondo perché non sfruttare le offerte con cui si é letteralmente sommersi ogni settimana? E in più hanno spesso dalla loro anche spazi nelle case che consentono di accumulare scorte maggiori e le famiglie spesso numerose hanno comunque necessità di piu’ grandi quantità o confezioni in formato maxi. Basta pensare anche al successo di posti come Costco e Sam’s e le loro confezioni giganti.
Alcuni, nonostante sia contro le regole, cercano di capitalizzare rivendendo prodotti su prodotti nei garage sale, su craiglist o facebook. Per molti é, invece, anche un’opportunità per fare del bene. Spesso cibi a lunga scadenza o prodotti per la cura della persona vengono acquistati in grandi quantità a prezzi ridicoli, se non gratis o quasi, e poi donati alle mense, agli shelter per aiutare chi é in difficoltà.
Questa é una cosa che mi colpisce sempre molto degli americani: spesso sono protagonisti di stranezze (almeno ai nostril occhi) o eccessi che fatichiamo a comprendere, ma al tempo stesso ne traggono anche qualcosa di positivo per gli altri e la comunità.
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Valentina, Parole sparse – un’Italiana in Texas