Guidare in Italia vs guidare in USA – Atto II

Nel post precedente, ho provato a sensibilizzare gli automobilisti italiani sulla comodità del cambio automatico e convincerli ad abbandonare quello manuale.

Tentativo velleitario, lo so.
Non riesco a cambiare me stesso, figuriamoci il mondo.
E miracoli non ne ho mai visti in vita mia.
Tranne quella volta in cui mia moglie mi diede ragione. Era il lontano ’91, se non erro.
Esatto, non ci eravamo nemmeno ancora conosciuti.
Infatti parlavo di miracoli.

Nell’attesa che ciò avvenga, proseguo col segnalare ulteriori differenze tra la guida in Italia e quella negli Stati Uniti d’America.
Si tratta di piccole discrepanze, che forse potranno lasciare la maggior parte dei lettori indifferente, o al più appena interessati.
Ma per me, che ho la necessità di trascorrere periodi in Italia con una certa regolarità e la tendenza a crogiolarmi nelle mie comode abitudini, queste differenze stanno cominciando a turbare il mio equilibrio mentale.

Cercherò dunque di affrontare i seguenti argomenti destabilizzanti per tutti gli automobilisti abitudinari come me:

  1. ancora sul cambio automatico contro quello manuale: ultimo appello disperato!
  2. Il clacson che suona appena chiudi la macchina americana col telecomando. Quell’infame.
  3. I distributori di benzina americani: per quale perverso motivo i colori delle bocchette erogatrici sono stati invertiti? Un singolare caso di daltonismo collettivo?

Troppa carne al fuoco, forse.
Ce la farò ad arrostirla tutta?
E, soprattutto, ce la farete voi a digerirla tutta?
Lo potrete scoprire soltanto leggendovi: “L’automobilista abitudinario”!

PIetro, Provenzano’s blog

Pubblicato da pietroprovenzano

Scrittura, Comunicazione, Web: tre passioni che, ad un certo punto, sono diventate un lavoro (Web Content Manager/Copywriter), per conto di una web agency torinese, per la quale ho curato la parte SEO e SMO dei clienti, occupandomi di Social Media Strategy e costruzione di ecosistemi digitali. Ma la vita è sempre piena di sorprese, incontri inaspettati, circostanze impreviste, scelte giuste e scelte sbagliate. Sicché, impegnato tra un progetto e l'altro, ecco che ora mi ritrovo a vivere sull'altra sponda dell'Oceano Atlantico, a svolgere un lavoro totalmente diverso, nel campo della ristorazione. Una storia lunga. Talmente lunga, che ho deciso di raccontarla nel libro: "Tirati su, sei un budda anche tu", le cui vendite su Amazon.it stanno contribuendo ad aiutare un orfanotrofio del Nepal. Se volete saperne di più… Un cambiamento drastico, dunque. Ma come si può notare, è rimasta a farmi compagnia la mia prima passione, quella di sempre, che non mi abbandonerà mai: la scrittura :-)

4 pensieri riguardo “Guidare in Italia vs guidare in USA – Atto II

  1. Pietro, non mi convincerai mai sul cambio automatico e saranno i 20+ anni di vita in USA, ma quando guido in Italia rimpiango molte cose della guida americana, in primis la semplicita` di usare i distributori di benzina: scegli la benzina metti la carta di credito, fai il pieno o ne metti quanta ne vuoi premi ricevuta e te ne vai. In Italia devi entrare nel casotto per pagare con la carta di credito e se il distributore e` chiuso e devi usare l’automatico, non e` poi cosi` semplice. 1) c’e` un centro pagamenti unico, 2)molte volte non si puo` usare la carta di credito 3) certe volte ti da` solo le opzioni 10 E 25E 50 E e mo’ che fai? lo so e` la vecchiaia che avanza…. la mia mente diventa sempre meno elastica. PS: in compenso vuoi mettere la socializzazione del benzinaio che vendendo una carta di credito americana, ti tiene li` per dieci minuti a contartela dopo il classico” Ma come si vive in USA?”

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  2. Sì Claudia, sulla semplicità di usare i distributori americani sono pienamente d’accordo con te, in tutti i punti elencati!
    Il problema sorge quando uno deve passare periodicamente da un tipo di distributore all’altro e deve ricordarsi pregi e difetti di ognuno…
    Però sulla questione del colore della bocchetta rimango ancora molto perplesso! 🙂

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