Ottobre è il mese di Halloween, delle zucche, del colore arancione, delle decorazioni spooky e di tutto quello che già conosciamo bene di questa tradizione americana. Ma in una terra di confine come la California, che fu parte del Messico fino a metà del 1800, la commistione tra le due culture e la coesistenza delle due tradizioni è una costante.
Qui a San Diego, così come vediamo cestoni pieni di zucche al supermercato e fantasmini davanti alle case, che celebrano l’avvicinarsi di Halloween, vediamo anche bancarelle di teschi decorati e riproduzioni della Calavera Catrina, icone del Dìa de los Muertos.
E cos’è il Dìa de los Muertos? È la versione messicana di Halloween? Io non ne avevo mai sentito parlare prima di venire a San Diego, e così per capire meglio quello che mi succedeva intorno, mi sono un po’ documentata su entrambe queste celebrazioni.
Ecco cosa ho scoperto sul Dìa de los Muertos
Il Dìa de los Muertos (giorno dei morti) è una ricorrenza messicana secondo la quale le famiglie accolgono e celebrano le anime dei loro parenti defunti. Nel Giorno dei Morti, si crede che il confine tra il mondo degli spiriti e il mondo reale si dissolva, le anime dei morti si risveglino e tornino nel mondo dei vivi per banchettare, bere, ballare e suonare con i loro cari. A loro volta, i membri della famiglia in vita trattano i defunti come ospiti d’onore nelle loro celebrazioni e lasciano i loro cibi preferiti e altre offerte presso le tombe.
Ma che origini ha questa celebrazione?
Il Dìa de Los Muertos è il risultato della mescolanza di antichi rituali mesoamericani con la religione e cultura spagnola dei conquistadores.
Nelle civiltà precolombiane dell’America Centrale (Aztechi e Nahua) si credeva che dopo la morte l’anima intraprendesse un lungo viaggio, anche di anni, prima di giungere alla Terra dei Morti, dove finalmente poteva riposare. Nel rituale in cui si onoravano i morti, la famiglia portava cibo, bevande e strumenti per aiutare il defunto a intraprendere questo viaggio.
Anche gli Spagnoli in età medievale portavano vino e “pan de animas” sulle tombe dei loro cari durante le commemorazioni dei defunti e certamente i conquistadores portarono con sé questa loro usanza durante la conquista del Centro America. Oggi una delle tradizioni del Dìa de los Muertos in Messico è proprio la preparazione del Pan de Muerto o Animas (a seconda della zona del Messico, prende anche altri nomi).

Essendo una celebrazione basata sui cari defunti, non c’è tutta la tradizione del travestimento, del dolcetto o scherzetto e delle zucche che troviamo a Halloween. Nel Dìa de los Muertos ci si traveste da scheletri o si indossano maschere da teschi. Per dare un simbolo riconoscibile per il Dìa de los Muertos, all’inizio del XIX secolo un famoso stampatore e fumettista rielaborò l’immagine della dea azteca degli inferi e la trasformò in uno scheletro femminile, conosciuto come la Calavera Catrina. Oggi questo scheletro elegantissimo è, insieme ai teschi artistici, un’icona ben riconoscibile del Dìa de los Muertos.
Quindi, certamente, il Dìa de los Muertos NON è la versione messicana di Halloween, che ha origni, evoluzione e caratteristiche completamente diverse.
Ecco cosa ho scoperto su Halloween:
Elisabetta Tour Guide