
Dalle campagne del nord-est italiano, ai palcoscenici della capitale americane, il country rimane fedele a se stesso e mantiene la sua struggente dimensione intima.
Il punto di incontro, la sintesi dell’habitat “diffuso” del country, è Nashville, Tennessee. Nashville si può difficilmente raccontare a parole. La città è un poema su pentagramma: va ascoltata.
Nashville, City of Music
“City of music”, è il simbolo della campagna che va a fondare la propria città, mettendoci il cuore a far pulsare un distretto che non conosce il silenzio, ma rende il rumore armonico.
Ripercorrere la storia dei grandi che hanno registrato album indimenticabili, come Bob Dylan o Johnny Cash, significa appunto fermare questo rumore ed entrare nella dimensione sospesa, e immortale della musica.
Diceva il grande Cash:
“Of emotions, of love, of breakup, of love and hate and death and dying, mama, apple pie, and the whole thing. It covers a lot of territory, country music does“.
“Di emozioni, d’amore, di rotture, di amore e odio e morte e morire, della madre, di una torta di mele e di tutto. Copre un territorio vastissimo, la musica country”.
Unico requisito: indossare la classica camicia a quadri di flanella.
Il mio viaggio a Nashville, nel 2016, è stato un percorso intimo, dove ritrovarsi. Assieme a me c’era mia sorella, con la quale condivido una profonda passione per la musica, che accompagna sempre i nostri momenti.
Qui vi racconto il nostro viaggio personale, più emotivo che turistico, nella città della musica: Nashville.
Klara, Mi sveglio in America