Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, Sua Vertiginosità la mia Capo-Redattrice di USA Coast to Coast, mi tagga su Facebook e mi scrive:
“Pietro, perché non realizzi un post sulle differenze tra i papà italiani e quelli americani?“
Mi son voltato indietro e guardato intorno. Purtroppo ero solo in casa.

Beccato.
Rieccomi tornato sui banchi di scuola, sbarbatello brufoloso, quando la prof decideva di interrogare a sorpresa e sceglieva uno a caso: ME.
Mi son tirato un pizzicotto fortissimo, per svegliarmi dal brutto sogno.
Poi mi sono spalmato del Voltaren(™) sulla guancia pizzicata e un fazzoletto sulla fronte imperlata di sudore.
La verità era che, così, su due mani (ora anche sudaticce), non avrei saputo proprio cosa scrivere al riguardo.
Lì per lì, non ho potuto fare altro che prendere tempo, perciò ho risposto che ci avrei pensato su, perché era chiaro che non me la sarei potuta cavare con le solite barbabietole da zucchero e le coste molto frastagliate, come ai bei tempi del liceo.
Cinque anni trascorsi in USA e nessun’idea di come erano fatti i papà americani.
Quanto a me?
In tutto questo tempo, avevo mai avuto la sensazione di una graduale, anche minima, personale trasformazione da papà a… dad?
Sono corso a guardarmi allo specchio: nessun segnale particolare.
Tipo la pelle gialla alla Homer Simpson, o la voce roca alla Fred Flintstone, due noti papà-modello americani.
O, per lo meno, quelli a cui io cerco di ispirarmi maggiormente.
Macché.
Pertanto, ho deciso di analizzare le possibili ragioni di questa clamorosa tabula rasa nel post “Papà italiani vs American daddies: mi avvalgo della facoltà di non rispondere“.
Pietro, Provenzano’s blog
Sua Vertiginosità la mia Capo-Redattrice di USA Coast to Coast…cioe` io? ahahah muoio
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