Da papà a dad, che trasformazione?

Photo by bruce mars on Unsplash

Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, Sua Vertiginosità la mia Capo-Redattrice di USA Coast to Coast, mi tagga su Facebook e mi scrive:

Pietro, perché non realizzi un post sulle differenze tra i papà italiani e quelli americani?

Mi son voltato indietro e guardato intorno. Purtroppo ero solo in casa.

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Beccato.
Rieccomi tornato sui banchi di scuola, sbarbatello brufoloso, quando la prof decideva di interrogare a sorpresa e sceglieva uno a caso: ME.

Mi son tirato un pizzicotto fortissimo, per svegliarmi dal brutto sogno.
Poi mi sono spalmato del Voltaren() sulla guancia pizzicata e un fazzoletto sulla fronte imperlata di sudore.

La verità era che, così, su due mani (ora anche sudaticce), non avrei saputo proprio cosa scrivere al riguardo.
Lì per lì, non ho potuto fare altro che prendere tempo, perciò ho risposto che ci avrei pensato su, perché era chiaro che non me la sarei potuta cavare con le solite barbabietole da zucchero e le coste molto frastagliate, come ai bei tempi del liceo.

Cinque anni trascorsi in USA e nessun’idea di come erano fatti i papà americani.

Quanto a me?
In tutto questo tempo, avevo mai avuto la sensazione di una graduale, anche minima, personale trasformazione da papà a… dad?
Sono corso a guardarmi allo specchio: nessun segnale particolare.
Tipo la pelle gialla alla Homer Simpson, o la voce roca alla Fred Flintstone, due noti papà-modello americani.
O, per lo meno, quelli a cui io cerco di ispirarmi maggiormente.

Macché.

Pertanto, ho deciso di analizzare le possibili ragioni di questa clamorosa tabula rasa nel post “Papà italiani vs American daddies: mi avvalgo della facoltà di non rispondere“.

Pietro, Provenzano’s blog

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Pubblicato da pietroprovenzano

Scrittura, Comunicazione, Web: tre passioni che, ad un certo punto, sono diventate un lavoro (Web Content Manager/Copywriter), per conto di una web agency torinese, per la quale ho curato la parte SEO e SMO dei clienti, occupandomi di Social Media Strategy e costruzione di ecosistemi digitali. Ma la vita è sempre piena di sorprese, incontri inaspettati, circostanze impreviste, scelte giuste e scelte sbagliate. Sicché, impegnato tra un progetto e l'altro, ecco che ora mi ritrovo a vivere sull'altra sponda dell'Oceano Atlantico, a svolgere un lavoro totalmente diverso, nel campo della ristorazione. Una storia lunga. Talmente lunga, che ho deciso di raccontarla nel libro: "Tirati su, sei un budda anche tu", le cui vendite su Amazon.it stanno contribuendo ad aiutare un orfanotrofio del Nepal. Se volete saperne di più… Un cambiamento drastico, dunque. Ma come si può notare, è rimasta a farmi compagnia la mia prima passione, quella di sempre, che non mi abbandonerà mai: la scrittura :-)

2 pensieri riguardo “Da papà a dad, che trasformazione?

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