Marco Polo è arrivato in America. A nuoto!

Abbiamo appena superato i giorni più caldi dell’estate, ovvero i “dog days”, come gli americani chiamano il periodo tra inizio luglio e circa metà agosto, cioè quello in cui il nostro Sole si trova nel cielo assieme a Sirio, la stella più luminosa visibile dalla Terra e facente parte della costellazione del Canis Major.

Tuttavia, nella Dixieland, nell’America del Sud est, le estati si prolungano per almeno un altro paio di mesi, mutandosi finalmente in un clima più secco e stabile. Per sopravvivere alle roventi giornate dell’Alabama, ci si attrezza con le piscine. Ce ne sono moltissime, in ogni campus universitario, in ogni complesso residenziale, in ogni condominio, in ogni quartiere. Altra ragione per cui non dovremmo stupirci se gli Stati Uniti sono lo stato più competitivo nel nuoto alle Olimpiadi.

Le piscine sono gestite da enti pubblici, da associazioni tipo YMCA, o da privati, e offrono in alcuni casi anche parchi acquatici per tutte le età. Rappresentano l’alternativa ai laghi. In Alabama, contrariamente all’immaginario che abbiamo in Europa, ci sono moltissimi laghi, moltissimo verde. E anche molti serpenti. Perciò, tutti in piscina.

Cresciuta lungo un torrente, per me le estati erano tuffi nelle pozze. I giochi da bambini erano la gara di resistenza a chi restava più a lungo nell’acqua gelida. E pelle d’oca e labbra viola nonostante i 30 gradi della canicola. Dopo anni di svariate corsie in piscina, mi sono subito adattata alle nuotate nelle acque calde delle piscine dell’Alabama. E mi è piaciuto scoprire i giochi acquatici americani. Tra tutti, ce n’è uno che mi ha parecchio incuriosita. Non avrei mai pensato che il nostro Marco Polo fosse arrivato da Venezia fino in America… e per giunta a nuoto!

Qui vi racconto di “Marco Polo”, il gioco acquatico più diffuso degli Stati Uniti e dalle origini ancora misteriose!

Clara – Giovedí mi sveglio in America

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