Viaggiare, viaggiare, viaggiare. Vedere più America possibile e riempirsi gli occhi di qualsiasi paesaggio attraverseremo. Questo è il mantra che ormai guida la mia permanenza negli States e che, per fortuna, posso assecondare sempre di più!
Sono tornata da meno di due settimane in California e già vorrei rimettermi alla guida. Dove sono, anzi siamo, stati? Nel grande Ovest. California, Oregon, Idaho, Wyoming (soprattutto Wyoming!), Utah e Nevada, il tutto in circa 7 giorni.

Ma quello che voglio raccontarvi è come abbiamo trascorso il nostro primo 4 luglio, il nostro primo Independence Day in America.
July 4th, almeno dalle nostre parti e per le persone che abbiamo conosciuto e incontrato noi, non è che sia poi così sentita come festa. È più che altro un’occasione per fare l’ennesimo barbecue, che comunque qua si fa regolarmente una o due volte a settimana, per stare con gli amici e bere un po’ di più. Una specie di pasquetta, 25 aprile o 1 maggio ecco, però meno solenne, meno ingombrante.
Noi, invece, il nostro primo 4 luglio l’abbiamo passato vivendo, in maniera totalmente non voluta e casuale, alcuni dei più grandi cliché sull’America.
Procedo in ordine cronologico:
- abbiamo viaggiato on the road per tornare verso casa
- ci siamo fatti foto sceme in un posto pazzesco, mai vista una cosa così
- siamo andati, per la prima volta, da Walmart e, entrati per comprare “giusto una cosa per cena”, siamo usciti con uno scontrino da 95$
- abbiamo dormito in un motel, che però aveva anche il casinò
- dopo cena ci siamo seduti sul cofano della macchina con il naso all’insù a guardare i fuochi d’artificio
Qual è il posto pazzesco? Le distese di sale intorno a Salt Lake City, ci siamo arrivati uscendo da una tempesta assurda, ce le siamo trovate davanti così, senza preavviso. Distese di un bianco accecante, in foto le scambierei tranquillamente per una distesa innevata o ghiacciata, al più, ma mai penserei al sale.

Alla fine siamo tornati a casa, stanchi, forse più di quando siamo partiti, ma felicissimi. Abbiamo promesso a noi stessi e a Jane che andremo a trovarla più spesso, perché la montagna ci dà una carica di energia e benessere impagabili.
Se volete saperne di più sugli altri luoghi che abbiamo esplorato durante questo viaggio, correte a leggere l’ultima lettera sul mio blog: Lettere aperte da San Francisco.
Benedetta, Lettere aperte da San Francisco