Dio benedica i voli Covid-tested!

Photo by Anugrah Lohiya on Pexels.com

Quest’anno, grazie ai vaccini e a una tregua sulle restrizioni ai viaggi, siamo potuti tornare in Italia. Complice anche il fatto che ormai noi siamo permanent resident, cioè titolari di green card, possiamo evitare il travel ban che ancora oggi è attivo, quindi abbiamo la libertà di uscire dagli Stati Uniti e tornarci senza problemi. Al contrario, molti nostri amici italiani, che hanno solo un visto di lavoro, sono bloccati qui in terra americana e, se uscissero dai confini per andare in uno dei paesi dell’area Schengen (tra cui l’Italia), non potrebbero più rientrare negli USA. Una norma ingiusta e palesemente insensata, che ha come unico risultato che molti di loro non vedono le loro famiglie da due anni a causa della pandemia, e il disagio di non poter rientrare a casa sta iniziando a farsi sentire…

Il nostro volo per MIlano era, appunto, covid-tested, che dà un grande vantaggio: una volta atterrati in Italia, evita l’obbligo dei 10 giorni di isolamento fiduciario, vale a dire la quarantena. I voli non Covid-tested, invece, non danno questa libertà, e la quarantena diventa un obbligo di legge, ancorché difficilissimo da verificare per le autorità sanitarie locali. Quest’ultima affermazione non è assolutamente un invito a violare l’obbligo, anzi. Ma io continuo a chiedermi come faccia l’ASL a verificare che tu sia in casa a rispettare l’isolamento fiduciario. Si accettano suggerimenti.

Il meccanismo di un volo Covid-tested è piuttosto semplice: un tampone negativo 48 ore prima della partenza per l’Italia e uno appena si atterra in aeroporto. La partenza, quindi è diventata un po’ più laboriosa, e richiede la presentazione di un certificato di tampone negativo e la compilazione di un lungo form chiamato European Digital Passenger Locator form (https://app.euplf.eu/#/), e la mancata presentazione di questi documenti in aeroporto determina il mancato imbarco! Quindi, finché non hai completato il check in in aeroporto hai sempre paura di aver dimenticato qualcosa. In realtà le istruzioni sui siti delle compagnie aeree sono piuttosto chiare, con check list a prova di super disordinati come me, e finché non hai spuntato tutte le caselle non hai il pronti via alla partenza. Anche il sito governativo dedicato al Covid è piuttosto chiaro, e una spiegazione esauriente su cosa fare e quando farlo si può leggere qui. Insomma, sbagliare è molto difficile. 

Ovviamente all’aeroporto di Milano si creano lunghe code di viaggiatori che arrivano da voli diversi, e le postazioni per effettuare il tampone sono quelle che sono. Quindi, non lo nascondo, può capitare che si perda tanto tempo (anche 2-3 ore) in coda. Noi siamo stati fortunati, eravamo praticamente i primi della fila, ma altri non hanno avuto questo inaspettato privilegio. Il tampone rapido, però, lo è di nome e di fatto, quindi dopo 3 minuti di attesa avete il vostro risultato in mano e siete liberi di respirare l’aria salubre di Milano.

Una volta sul suolo italico, però, ricordate che qui la pandemia ha colpito duro, e ancora c’è l’obbligo di mascherina anche all’aperto! E preparatevi, perché un anno e mezzo è stato lungo, duro e ha tolto tanto a ciascuno di noi, quindi le emozioni che vi assaliranno una volta in Patria saranno piuttosto forti. Io, ovviamente, vi racconto le mie…

Antonella, Io me ne andrei – Cronache di una milanese in Texas

Pubblicato da iomeneandrei74

Blogger, expat, eternamente grata, eternamente in pena. La vita non finisce mai di stupirmi.

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