Due genitori italiani, che vivono in California e due bambini italo-americani, che sono nati in California, uno a San Francisco e l’altra a Los Angeles. La nostra famiglia si compone così.
Da italiana espatriata, sapevo che avrei cresciuto bambini bilingue. Quello che non sapevo è che entrambi i miei bambini avrebbero preferito l’americano all’italiano!
Io persisto e continuo a parlare in italiano quanto più posso, sempre a casa e spesso anche quando siamo in giro insieme, tenendo presente pero’ che viviamo in un mondo americano nel quale stiamo cercando sempre di inserirci. Per questo, non parlo mai in italiano con i miei bambini se ci sono altre persone (americane) presenti.

La nostra avventura nel mondo del bilinguismo è cominciata quando il nostro primo bambino aveva tre anni e mezzo. Ha parlato molto tardi lui e, prima di prendere a parlare correntemente, è passato attraverso una fase nella quale si è inventato un linguaggio tutto suo, che noi capivamo bene. Del resto, deve essersi accorto piuttosto in fretta che a San Francisco mamma e papà parlavano in italiano, gli altri parlavano inglese americano, l’amica turca parlava in turco, la sua amica turco-giapponese parlava in giapponese… Nostro figlio deve essersi fatto due conti in tasca e deve aver capito presto che avrebbe potuto tranquillamente inventarsi un linguaggio tutto suo!
E’ stato quando ha cominciato l’asilo a Los Angeles che abbiamo ritenuto opportuno offrirgli supporto tramite l’aiuto di una speech therapist, una logopedista che per 6 mesi ha giocato con lui quattro volte al mese, per aiutarlo a sbloccarsi col linguaggio. E’ bastato poco perché lui era proprio pronto.
In questo post vi racconto della nostra esperienza, in pratica di come abbiamo affrontato il fatto che lui avesse parlato in ritardo e delle conseguenze di quello sblocco del linguaggio, per me e per il nostro bambino:
Poi, da quando ha cominciato a parlare non si è mica più fermato, eh! E ogni tanto ce la ridiamo, ricordando quei momenti in cui faceva di tutto e di più per esprimersi a suo modo usando gesti ed espressioni.
Ma ad oggi l’inglese americano è entrato prepotentemente nella nostra vita e adesso ci dobbiamo fare i conti giorno dopo giorno.
Sabina, Living in California: That’s Culture Shock!