Attraverso film e telefilm, tutti noi abbiamo immaginato o sognato come potrebbe essere vivere negli Stati Uniti. Quando qualcuno mi chiede come si vive, si immagina strade come quelle di Beverly Hills, le spiagge della California o della Florida. Fondamentalmente molti pensano che noi qui siamo costantemente in vacanza e, cosa tristissima, che facciamo soldi a palate.
Chi, come noi, ha fatto quel salto ed è venuto a vivere negli Stati Uniti, sa bene che niente di ciò è vero, Non siamo in vacanza, lavoriamo e fatichiamo. E la fatica, fatemelo dire, è doppia. Fatichiamo a mettere insieme discorsi sensati in una lingua che non è la nostra lingua natia, fatichiamo a farci accettare, fatichiamo ad entrare a far parte di una nuova cultura che è molto diversa dalla nostra. All’inizio fatichiamo anche a fare la spesa al supermercato.
Poi, per carità, ognuno di noi ha esperienze diverse e difficoltà diverse. Ciò che può essere difficile per me non lo è per altri.
Ma quello che faccio davvero tanta fatica a fare, è toglierci di dosso quegli stereotipi che qui si sono costruiti dell’italiano. Ad esempio il fatto che appena dici di essere italiano, il tuo interlocutore automaticamente gesticola con le mani e fa quel gesto del nostro “ma cosa dici?”.
Sono tutti convinti che noi facciamo sempre questo gesto mentre parliamo.
Oppure il fatto che gli italiani sono tutti piccoli, carnagione olivastra, capelli neri e occhi scuri, e io che ho gli occhi verdi, i capelli rossi e le lentiggini non rientro nella descrizione dell’italiana tipica.
E così ho deciso di fare una crociata cercando di smantellare questi stereotipi degli italiani. E da dove cominciare se non dalla scuola? Con la scusa di insegnare ai ragazzi del liceo del corso di cucina a fare la pasta a mano, ho parlato dell’Italia, delle nostre tradizioni, di come siamo davvero. Be’ io almeno ci ho provato!
Invitata dall’insegnante del corso di cucina, ogni semestre andavo al liceo ad insegnare a fare la pasta a mano o a fare il tiramisu. Poi è arrivato il Covid… Se volete saperne di più della mia esperienza, potete leggerla qui.
Renata, Iridi a Stelle e Strisce