Un anno nuovo: ritorneremo a viaggiare?

L’anno terribile, il 2020, e’ appena finito: alleluia! Non poteva essere peggiore: ha tolto tanto a tutti, ma specialmente a tutti quelli che abitano lontani dalle loro famiglie: ha tolto la possibilita’ di abbracciarli. Ha tolto l’immediatezza delle risate con gli amici, e se leggete USA Coast to Coast perche’ amate viaggiare da questa parte del mondo, di sicuro vi saranno saltati i progetti di viaggi e vacanze.

Siamo sopravvissuti: acciaccati, ma speranzosi.

Ci aspetta ancora un anno molto complesso e pieno di incognite: non e’ di certo il “liberi tutti” che tutti speravamo di avere, da subito.

Pero’ e’ importante pensare al futuro, a quando si ritornera’ a viaggiare e a dove vorremmo andare.

Io, a parte tornare in Italia per riabbracciare la mia famiglia, voglio tornare a New York. Li’ ci vive mia figlia ed e’ una citta’ che non mi stanca mai. Ne scopro angoli sempre nuovi ogni volta, e voglio vedere come si stara’ leccando le ferite di questo anno terribile.

Sono sicura che risorgera’, ma intanto come sta?

Ne ho avuto uno scorcio il mese scorso, quando finalmente dopo 11 mesi sono riuscita a riabbracciare mia figlia.

Photo by Anna Shvets on Pexels.com

Per il Ringraziamento ci siamo visti a Philadelphia. La scelta di quella citta’ era stata fatta mesi prima quando a New York non si poteva ancora entrare senza fare la quarantena. Poi con l’evoluzione della pandemia e numeri che purtroppo crescevano anche nella “bolla” newyorkese, le regole erano cambiate, ma la scelta di Philly era rimasta.

Lei ci era arrivata in treno, noi in auto con due giorni di viaggio dal Wisconsin, per non dover prendere un aereo.

Una volta deciso che avremmo viaggiato in auto, i nostri progetti sono cambiati parecchie volte a seguire le direttive del CDC e alla fine abbiamo capito che avremmo potuto riportarla noi a New York e naturalmente a quel punto siamo partiti carichi delle sue cose rimaste a casa nostra per due anni e mai portate a New York: ad esempio libri, dischi e due sgabelli per la cucina.

Inoltre in estate aveva cambiato casa e non l’avevamo ancora vista.

Philadelphia dista solo un’ora e mezza di auto da New York e per arrivare da lei abbiamo attraversato Mid town. Certo fa impressione non vedere i marciapiedi invasi da turisti, ma non ho notato una citta’ disperata. Forse le decorazioni di Natale ne nascondevano bene le magagne ed io ci sono passata in auto, non ne ho camminato le strade. Lei che ci abita ne nota di piu’ i problemi, ma la trova resiliente, determinata a non lasciarsi sopraffare e pronta a risorgere.

Mi dice sempre che New York e’ una citta’ molto esigente con chi ci vuole abitare, non e’ per tutti, gia’ in un periodo normale. Quindi se abiti a New York “hai le p….” e non sara’ una pandemia a distruggerla.

D’altra parte la mia “prima” New York non e’ certo quella del 2019 e ve la racconto in questo mio post di Memorie, sperando di potervela raccontare presto di nuovo con ottimismo per il suo futuro.

Mia figlia continua la sua vita nella Grande Mela, noi siamo tornati nel nostro Midwest, dopo altri due giorni di viaggio, parzialmente nella bufera di neve, pensando comunque che siamo davvero troppo lontani da lei e che sobbarcarsi due giorni di viaggio non e’ certo una cosa facile.

Ritorneremo a viaggiare, ed in aereo possibilmente!

Claudia, Un’Alessandrina in America

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