Il tema del Natale nella cultura americana è un genere letterario autonomo. Complice la produzione su commissione, ciascun autore, artista, musicista, scrittore, si è prima o poi confrontato con l’argomento, vuoi come mercenario per qualche rivista o casa discografica (“this gun’s for hire”, ci dice Bruce Springsteen), vuoi perché la stagione natalizia inizia appena appoggiata la forchetta alla fine del pranzo del Thanksgiving. La “Yuletide” season rappresenta una lunga pausa da scuola e quindi contribuisce a creare l’atmosfera per studenti e famiglie: anche all’Università, le sessioni di esami si completano tutte prima di Natale, mica a gennaio-febbraio come in Italia, così da rovinarti le feste fissando appelli quando tutti, studenti e professori, hanno ancora il tortellino incastrato a mezza corsa.
Come moltissimi connazionali che vivono negli States, anche noi a Natale non torneremo in Italia dalle nostre famiglie. Non è il nostro primo Natale americano, però la nostalgia in quest’anno di isolamento, di emergenza, e di notizie complicate da gestire si fa più forte: per vincerla e intrattenerci durante la quarantena statunitense, ho rispolverato un calendario dell’avvento letterario americano che avevo preparato alcuni anni fa. Avevo cercato storie invernali per ricreare la sensazione di casa, le luci, i profumi, la musica delle feste. Dopo altre e più importanti persone e cose, mi mancheranno i dettagli del Natale, come le scorze di mandarino sulla stufa e l’attesa della neve.
Vi propongo qui di seguito la selezione di argomenti, con i collegamenti ai miei articoli nel blog, per ogni giorno della stagione dell’avvento.
Casella | Argomento | Autore |
1 | Amici, cucina, alberi | Truman Capote |
2 | Lettere | Mark Twain |
3 | Extraterrestri | Isaac Asimov |
4 | Triplette | AA.VV. |
5 | Elfi | David Sedaris |
6 | San Nicola | Washington Irving – Clemence C. Moore |
7 | Quiz a premi | John Steinbeck |
8 | Luminarie | Kurt Vonnegut |
9 | Tacos | Cristina Henriquez |
10 | Giocattoli rifiutati | Justin Torres |
11 | Bell-hop | John Cheever |
12 | Alberi di Natale | Richard Brautigan |
13 | Magia | David Foster Wallace |
14 | Tempo | Thornton Wilder |
15 | Hannukah e Natale | Grace Paley |
16 | Party & disagio | Delmore Schwartz |
17 | Natale afroamericano | W.E.B. Du Bois |
18 | Eggnog | Eudora Welty |
19 | Regali | O. Henry |
20 | Hillbilly | Chris Offutt – J.D. Vance |
21 | Bambini alle porte | Shirley Jackson – Pearl S. Buck |
22 | Chitarre | Bruce Springsteen |
23 | Dipendenze | William S. Borroughs |
24 | San Francisco | Sherwood Anderson |
Nella scelta delle caselle, ho seguito un mio personalissimo gusto. Se all’inizio temevo di non avere abbastanza storie da raccontare, alla fine la lista si è allungata oltre 24 giorni e ci sono quindi grandi esclusi: tra quelli a me più cari, dedico una menzione speciale a Paul Auster con il suo racconto di Auggie Wren (inclusa l’interpretazione cinematografica di Harvey Keitel e William Hurt nello splendido “Smoke”), a Francis Scott Fitzgerald con il suo Pat, al Raymond Carver di “Put youself in my shoes”, al Ring Lardner di “Old Folks’ Christmas“, a Sandra Cisneros con “Un poquito de tu amor” e a Joy Williams con il racconto “Stuff”.
Nella mia selezione, ho cercato di evidenziare anche la componente multietnica dell’America (immigrati europei che portano Santa Claus, afroamericani, ispanici), ma ho incontrato un ostacolo enorme: ho trovato pochi riferimenti, escluso qualche breve racconto artificialmente “cristianizzato”, ai nativi americani. A loro dovrò dedicare una ricerca più ampia e curata di un filone fondamentale che per me resta ancora tutto da scoprire. Ecco, magari è un buon punto di partenza per iniziare il nuovo anno!
Nel frattempo… Buon Natale a tutti!