I miei figli sono nati in Italia. In Italia hanno messo, e lasciato, parte delle loro radici.
In Italia hanno fatto l’asilo e le elementari. Mio figlio ha completato il ciclo, mentre mia figlia è arrivata a finire la terza, poi siamo partiti.
Come madre non c’è giorno in cui non mi chiedo se abbiamo fatto la cosa giusta, se non avrebbero
preferito restar lì, se per loro sarebbe stato più facile o meglio restar lì. Ci ragiono e mi rendo conto che no, di sicuro non sarebbe stato più facile o meglio. Ma lo dico più per auto convincermi perché in realtà la risposta non esiste a meno di aver la possibilità di riavvolgere il nastro e rifare tutto da capo. Quindi non lo sapremo mai.
Io e mio marito possiamo solo mettere in tavola la nostra esperienza e possiamo dire di aver
fatto la cosa giusta.
Io sono sempre stata estremamente emotiva, ho sempre pianto ai colloqui con gli insegnanti, in
Italia e in America. E ogni volta che vedo le loro conquiste e penso che sono arrivati qui senza sapere una parola di inglese, mi commuovo ancora di più. Quanta strada han fatto da quel fatidico 27 Giugno 2011. Ora sono entrambi al College.


Nel mio blog ho alcuni post in cui parlo della nostra esperienza scolastica in America.
Ve ne elenco alcuni ma ce ne sono tanti altri:
- Un piccolo passo per l’umanità, un grande passo per la mia piccolina
- Wetness dripping
- Insegnare a fare la pasta ai ragazzi del liceo
- Front: il mio ragazzo va in scena!
- Udite udite!
Renata, Iridi a stelle e strisce