Alla scoperta della costa del Maine “Vacationland”

Dopo mesi di reclusione ci siamo decisi ad andare una settimana in vacanza nel Maine. Il Maine durante il covid ha registrato pochissimi casi ed ha avuto per un lungo periodo, molte restrizioni, adesso per noi Newyorkesi la quarantena non era più obbligatoria così ci siamo avventurati.

Il Maine detto anche Vacationland o Pine Tree State, il cui slogan e’ “The way life should be”, ci ha riservato moltissime sorprese.

Siamo partiti da NY passando per Connecticut, Massachusetts e New Hampshire e in circa 7 ore abbiamo raggiunto Bar Harbor, uno dei posti più a nord sulla costa del Maine sull’Isola di Mount Desert.

La costa ha litorali rocciosi, porti scenici, graziose cittadine. E’ piena di insenature, grandi baie, e isolotti.

Bar Harbor, Maine

Bar Harbor, un piccolo gioiellino situato sull’isola più grande al largo delle coste del Maine, con una superficie di 208 km,  e’ immersa nell’Acadia Park. La cittadina e’ un po’ turistica ma molto piacevole e ospitale con tanti negozietti, piccoli alberghi – i famosi Inn, tantissimi ristoranti e negozi di gelati.

Durante questi giorni di Agosto, Bar Harbor era piena di turisti, silenziosi e rispettosi, tutti qui indossano la mascherina anche negli spazi aperti e passeggiando per la strada. I distributori di mascherine erano ovunque. Davvero grandissimo senso civico e rispetto altrui. 

L’Acadia park uno dei più piccoli ma anche tra i più’ visitati parchi in America e’ molto ben organizzato, e’ percorribile in macchina o in bicicletta acquistando un pass a 30$ valido per l’accesso settimanale. All’Hulls Cove Visitor Center, dove potete acquistare il pass, troverete tutte le informazione necessarie per visitare il parco. Ci sono più’ di 254 km di sentieri, percorsi ciclabili, laghi, scogliere, isole, boschi e spiagge e gli immancabili fari che nel Maine sono 65.

Insomma ce n’è per tutti i gusti e questa e’ la cosa che più’ mi ha colpito e che ho apprezzato di questo parco, la sua versatilità. Ogni giorno si può’ fare un’attività diversa.

Abbiamo scalato le Otter Cliff, scogliere ripidissime a picco sul mare. Per i più coraggiosi e’ possibile prenotare una sessione di arrampicata (Atlantic Climbing School). I miei figli hanno voluto provarci e noi incoscienti glielo abbiamo permesso, per fortuna sono tornati sani e salvi!!

Risalendo le scogliere si arriva al Thunder Hole, un’ insenatura tra le rocce dove si infrangono le onde e si sente un suono assordante. Continuando sulle scogliere si raggiunge Sand Beach, la spiaggia di Bar Harbor dove qualcuno trova refrigerio nuotando nell’oceano dopo le lunghe passeggiate.

Otter Cliff

Ci siamo immersi nell’Echo Lake dove l’acqua aveva una temperatura accettabile, quella del mare a mio avviso e’ impraticabile, ma dopo quattro anni di Florida era anche prevedibile! Abbiamo affittato i kayak e ci siamo inoltrati nelle migliaia di insenature, un altro giorno con la canoa (National Park Canoe e Kayak rental), abbiamo attraversato il Long Pond un grande lago balneabile immerso nel bosco pieno di scorci incantevoli.

CI siamo inerpicati sulla cima del Monte Cadillac il punto più alto del parco con una vista mozzafiato. Di notte da questo punto potete ammirare un cielo stellato limpidissimo e avvistare  la via lattea.

Monte Cadillac

Non poteva inoltre mancare la visita ai fari qui nel Mount Desert Island abbiamo visto il Rock light su un’isoletta a largo 18 miglia, un faro quadrangolare di mattoni bianchi, e sull’estrema punta a sud  il Bass Harbor Head, un faro bianco cilindrico del 1858.

Great Cranberry, Maine

Una giornata infine l’abbiamo dedicata alla visita di una  delle tante isole presenti nell’arcipelago, l’isola di Great Cranberry . Partendo dal Sud Ovest Harbor, siamo saliti sulla barca postale che portava lettere, pacchi Amazon, provviste e rifornimenti per i pochi abitanti dell’isola (costo del biglietto 32$ A/R ). Durante la navigazione, 45 minuti circa, abbiamo avvistato una balena una foca e tantissime boe coloratissime a cui si attaccano le trappole per catturare le aragoste. Arrivare in questa isola e’ stata una sensazione incredibile, sembrava essere tornati 100 anni indietro, un’unica strada asfaltata con qualche casetta di pescatori o contadini, un piccolo spaccio e un bar che preparava panini  “lobster roll”  e l’immancabile torta ai mirtilli per i pochissimi turisti che passano di li. Un posto magico! Siamo stati su una spiaggia deserta ad ammirare il mare e i falchi pellegrini che volavano sulle nostre teste.

La pesca delle aragoste e’ un ‘altra gita molto popolare qui nel Maine , ma non avendola prenotata in anticipo non siamo riusciti a farla, peccato!

L’aragosta e l’astice nel Maine si mangiano ovunque e a tutte le ore anche a colazione con le uova! Ma la piacevole scoperta sono stati i mirtilli selvatici che qui fanno da padroni. La torta ai mirtilli calda e un must! Non mancano sciroppi, marmellate, e signore al ciglio della strada che ti vendono cassette di mirtilli freschi appena raccolti! 

Vi consiglio Geddy’s  (con un menu’ gluten free di tutto rispetto) e Pink bakery (torta di mirtilli, whoopie pie e popover).

Altri luoghi di interesse

Ripartiti da Bar Harbor ci siamo fermati a Cape Premaquid, dove si erige il Premaquid point lighthouse, un altro posto magico, un faro incastonato sulle rocce vulcaniche scolpite dal mare. E’ stato molto divertente camminare lungo queste scogliere lunghissime disegnate dal mare con un cielo blu che faceva da sfondo, sembrava un olio su tela.

Proseguendo a sud, abbiamo incontrato Wiscasset e Camden due graziosi porticcioli: il primo minuscolo con due palafitte che vendono panini con aragosta, il secondo più vivace, con un bel parco sul porto e la consueta strada principale con negozi di souvenir, antiquari, ristoranti e l’immancabile gelateria. 

Non avendo trovato da dormire sulla costa ci siamo inoltrati un po’ all’interno e qui abbiamo percepito una realtà’ molto diversa, con pochissime case diradate e desolate. Abbiamo sostato solo una notte ad Auburn, una città industriale, trasandata, e cupa, sicuramente da evitare. Questo ci ha fatto capire come a distanza di 30 km le cose cambiano radicalmente sopratutto in stati come il Maine densamente poco popolati.

Ultime due tappe Freeport e Portland.

Freeport regno dello shopping con un outlet mall all’aperto. LL bean, emporio dei campeggiatori e delle attività’ all’aperto, ha un negozio gigantesco perché Leon Leonwood Bean pescatore e cacciatore originario di Freeport fu l’inventore del famoso stivaletto impermeabile ancora oggi stravenduto negli Usa, e fu il fondatore della LL bean. 

Portland, la classica città’ portuale, affascinante sopratutto nella parte di Old Portland, con vecchi edifici di brick rossi ex magazzini di stoccaggio del pesce. Nei viottoli di pietre si susseguono locali, ristoranti e negozi.

La sera Portland e’ molto viva, non mancano i ristoranti sui moli dove mangiare l’aragosta e pub pieni di giovani che sorseggiano birre locali. Noi abbiamo mangiato da Lobster e Co un po’ turistico ma con una piacevole atmosfera. 

La baia di Portland e’ governata dal suo faro lo Spring Point Ledge, situato sulla punta di una lunga diga frangionde, di forma ottagonale con in cima una lanterna di ferro nera. Più a sud a Cape Elisabeth, il Portland head uno tra i più antichi risale al 1787 e uno dei fari più fotogenici del Maine per la sua posizione spettacolo.

Spring Point Ledge

Il giorno seguente ci siamo fermati da Holy donuts, per una colazione veloce, una bakery locale caldeggiata da tutti. Anche se la fila era lunga abbiamo deciso di provare perché vendevano donuts senza glutine (ho due figli celiaci). Beh dopo 20 minuti di attesa, una vera delusione!!!

Ultimo passaggio veloce a Ogunquit, località’ di vacanza per molti canadesi, con 5 km di spiaggia e 2km di passeggiata panoramica percorribile a piedi, cittadina molto ben attrezzata, perfetta per una vacanza con bambini.

La settimana volge al termine, ricaricati, dalla natura incontaminata, gli scenari mozzafiato , gli spazi immensi, il senso di quiete e libertà che il Maine ci ha regalato, siamo pronti al rientro nella Grande Mela che purtroppo in questo periodo e’ un po’ malandata e trascurata.

Flaminia, New York

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