Un anno senza USA?

Ogni anno, in questo periodo, cominciavo a pensare al viaggio che si avvicinava sempre più. Prenotavo i biglietti aerei (certo molto tardi rispetto alla maggior parte delle persone, ma per fortuna ho la possibilità di prendere biglietti open scontati validi sei mesi rimborsabili in ogni momento, quindi non avevo l’ansia del prezzo). Cercavo su Internet hotel convenienti per trascorrere una o più notti, vedevo il miglior rapporto qualità – prezzo per il noleggio dell’automobile che ci avrebbe portato On The Road. Iniziavo ad immaginare nella mente ciò che avremmo voluto visitare, pensando già nella testa di essere lì. Come ultimo step cercavo un’assicurazione di viaggio adatta alle esigenze mie e di mia moglie.

L’ovest ci attirava, ci chiamava, ci ispirava. Ogni ottobre di ogni anno eravamo lì. LAX, l’aeroporto di Los Angeles era la nostra porta per l’Ovest. Come Meriwether Lewis e William Clark avevamo una sorta di missione: scoprire, esplorare e studiare quella terra così affascinante e allo stesso tempo così selvaggia. La California era diventata la nostra seconda casa. La Città Degli Angeli, punto di partenza e di arrivo di ogni viaggio, era la nostra American Hometown. Anno dopo anno, questa città tanto odiata dai turisti dell’ultima ora (senza un motivo sensato: forse perché troppo dispersiva), ci regalava emozioni indescrivibili. Viaggio dopo viaggio quasi ogni quartiere e quasi ogni punto di interesse nei dintorni ormai non avevano segreti dinnanzi ai nostri occhi. Quel salto oltreoceano di 15-18 giorni negli USA ci dava emozioni che avremmo ricordato per tutto l’anno successivo (e non solo). Queste avventure nel selvaggio West rendevano il legame affettivo tra me ed Eva sempre più forte e coinvolgente. L’idea che tutto questo, un anno non si sarebbe verificato non era lontanamente pensabile. Finché avremmo potuto e voluto ogni ottobre saremmo andati lì a vivere quelle stupende sensazioni ed emozioni.

Purtroppo questo 2020 ha forse altri progetti per noi.

Questa pandemia che ormai è superfluo ricordare, ha reso tutto più difficile. I tre mesi di quarantena in Italia c’hanno permesso poco a poco di riprendere in mano le nostre vite. L’unica cosa che sembra lontana oggi, nel momento in cui sto scrivendo, è tornare negli USA. Lì la situazione pandemica nonostante quarantene importanti per ogni Stato e coprifuoco severi, non hanno portato gli effetti desiderati. I contagiati giorno per giorno crescono invece di diminuire, figli anche della situazione instabile dal punto di vista sociale: come non ricordare l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia di Minneapolis e le relative rivolte in tutte le metropoli americane per la salvaguardia dei diritti degli afroamericani e di tutte le minoranze etniche, avvenute proprio nel periodo più delicato della pandemia ossia la riapertura graduale delle attività commerciali.

Tutto questo rende gli USA al momento non raggiungibili, i loro confini sono chiusi dato che la situazione epidemiologica resta molto grave. Molto difficile pensare che queste limitazioni possano essere eliminate per Ottobre 2020. Servirebbe una drastica discesa dei contagi in tutta l’unione o almeno in buona parte di essa.

Tutto questo mi rende molto triste perché per me gli USA sono sorta di seconda casa, essendoci stato per vari motivi la bellezza di venticinque volte dal 1995. Anche mia moglie vedendomi così, pensieroso e con un occhio sempre rivolto alle notizie oltreoceano, non è brillante come sempre.

Questa situazione ci turba. Sembra che ci manchi qualcosa.

La bellezza della vigilia della partenza ormai pare essere sfumata. A oggi siamo riusciti a sedare in qualche modo la voglia di partire viaggiando in Italia e in Europa. Diventando “cavie” per le nuove regole internazionali per viaggiare sicuri, lontani dal pericolo di contagio. Inutile dire che non è lontanamente la stessa cosa.

Già mi immaginavo a febbraio il viaggio per l’Alaska, l’ultimo stato che ancora non ho visitato. Nel Giugno 2020 avrei compiuto la mia personale impresa: aver visitato tutti e 50 gli stati degli Stati Uniti d’America. “The Last Frontier” purtroppo dovrà aspettare. Anche se dovessimo riuscire a partire ad Ottobre dovremmo accontentarci della California (si fa per dire).

Allora speriamo di accontentarci presto. Speriamo che questo incubo finisca in tempo per lasciare intatto il nostro Sogno Americano.

Alessandro, I Nostri Pazzi Viaggi Negli Usa

3 pensieri riguardo “Un anno senza USA?

  1. Quanto ti capisco! Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole! Dal 2008 non ho mai saltato un anno e il 2020 doveva esser finalmente l’anno di Yellowstone che sogno da una vita, e che non ho mai potuto visitare perché lavoravo solo d’estate. Facciamoci forza a vicenda e speriamo davvero che questo incubo finisca presto. Per tutti!

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  2. #celafaremo

    I hope so!

    Certo sarà dura ma così la prossima volta che torneremo “in the land of the dreams” sarà ancora più magico. Almeno è quello che cerco di dirmi per autoconvincermi…

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