Ghost town ancora vive: Oatman e i suoi asinelli

Una meta particolarmente suggestiva, durante gli on the road – o road trip – negli Stati Uniti sono le Ghost town, le città fantasma. Il termine è spesso utilizzato per indicare cittadine completamente abbandonate, ridotte a qualche rudere, dalla crisi dell’economia locale o dall’esodo della popolazione verso lidi più favorevoli.

E negli Stati Uniti c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ci sono quelle realmente abbandonate, ma anche quelle che hanno ripreso a vivere diventando vere e proprie attrazioni per turisti, dove però si respira ancora l’atmosfera di altri tempi.

Una di queste è Oatman, lungo la Route 66, in Arizona tra le Black Mountains, che svettano nel deserto del Mojave. Qui, i suoi abitanti non si sono arresi al destino che avrebbe portato la cittadina a morire e portano avanti quelle tradizioni legate ad un pezzo di storia che non vogliono far scomparire.

Un mucchio di casette, qualche saloon, negozi di souvenir sistemati alla meglio. Le insegne sgangherate, le pedane che traballano e gli abitanti, vecchi ma anche ragazzini, che passeggiano, si esibiscono, attirando l’attenzione con i classici abiti da cowboy, stivali, camicia a quadri, cappelli e fondina per la pistola. Così è Oatman.

Dopo tanto viaggiare in mezzo al nulla, ecco che si viene catapultati  nell’epoca della corsa all’oro e dei minatori. Il tutto, in un paesaggio brullo, qualche arbusto e strade polverose, dove è facile immaginarsi una sfida tra pistoleri o l’inseguimento di qualche malfattore che ha appena svaligiato la banca.

Ma quello che più stupisce, ciò che la rende “appetibile” e diversa da tutte le altre ghost town sono i suoi ospiti d’onore. I wild burros, i discendenti degli asinelli utilizzati dai minatori, abbandonati insieme alla città, quando le loro esigenze sono cambiate.

Ed è così che in mezzo alla strada, ma anche dentro ai negozi, con totale nonchalance, gli asinelli si muovono indisturbati e consapevoli dei loro privilegi. Simpatici e furbi, decidono loro quando spostarsi per far passare le auto o quando avvicinarsi ai turisti, alla ricerca di snack a base di fieno, in vendita in ogni negozio della città. E se lo contendono con sonori calci, nonostante preferirebbero pasti più succulenti, che però sono assolutamente vietati.

Ma ad Oatman c’è molto più di questo da scoprire: c’è la storia della ragazzina da cui prende il nome, di Clark Gable e Carole Lombard e del fantasma Oatie, ci sono la miniera e la prigione… Qualche centinaio di metri di Main Street e qualche decina di casette sgangherate, racchiudono tanti aneddoti interessanti da raccontare.
Ve ne parlo dettagliatamente nell’articolo “Visitare Oatman lungo la Route 66”.

Simona, Usa la valigia

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