Sarà che avevo sempre pensato che Joshua Tree, visto che era stato reso famoso dal titolo di un album famosissimo, fosse un posto più per i nostalgici degli anni ’80 che per i veri appassionati di parchi, e che di Sedona avevo sentito parlare più per i ritrovi new age sui vortici di energia che per le sue scenograficissime conformazioni rocciose… ma io questi due luoghi li avevo sempre messi un po’ in basso sulla mia lista di parchi da visitare del Southwest. Ma dato che questa volta tornavamo ad ovest con la nostra host-daughter tedesca che vedeva questa parte d’America per la prima volta, e che potevamo visitare dei posti nuovi finalmente, con poca gente e non con temperature africane – il viaggio era previsto a metà gennaio – abbiamo deciso che dopo tre giorni a Los Angeles e prima di raggiungere, come era ovvio, il Grand Canyon, ci saremmo fermati a sud della California e a metà dell’Arizona: due tappe che in effetti sono molto comode se si viaggia in questa direzione e non si ha molto tempo a disposizione.
Dopo una notte passata nella graziosa Palm Springs abbiamo avuto un’intera giornata da dedicare dentro il meraviglioso -spoiler alert!- Joshua Tree. Questo parco è molto diverso dagli altri ma nello stesso tempo li racchiude tutti. I panorami desertici sulla Coachella Valley che ricordano un po’ la Death Valley, le piane aride e misteriose del Canyon de Chelly, le rocce rosa di molti posti dell’Utah e dell’Arizona (dove ci si può arrampicare)… ma sono questi alberi (il nome scientifico è Yucca brevifolia) tanto strani quanto belli, e che si possono vedere solo qua, a renderlo davvero un luogo speciale. Vagamente un incrocio fra un pino marittimo e un cactus, ricoprono tutta la parte nord del parco (che è gigantesco) e che potete visitare percorrendo comodamente in auto il lunghissimo Park boulevard. Ogni 2 o tre chilometri incontrerete delle conformazioni diverse, dove si può camminare nel silenzio, fare un pic-nic o anche dormire in tenda (questo parco è infatti gettonatissimo dai losangelini per un camping trip fuori porta) e godere veramente di un’atmosfera magica e bellissima. Non a casa questi luoghi sono stati scelti anche per la copertina ed il libretto dell’ultimo album di Bruce Springsteen, Western Stars. Se riuscite, andate fino al Cholla Cactus Garden: sono delle piante pelosissime mai viste! Sul mio blog trovate le indicazioni dei posti che abbiamo amato noi.
Non so perché invece Sedona è snobbata dagli italiani nei giri classici dei parchi. Forse perché in effetti non è tecnicamente un parco e il fatto che sia in particolare così popolare fra gli americani lo rende forse meno appetibile agli europei… perché poi? Siamo in America ed é pieno di posti stupendi che non sono stati ancora scoperti dagli stranieri, e dico io: per fortuna! Arrivare a Sedona dalla carina ma freddissima Prescott in una bella giornata soleggiata è un vero regalo agli occhi e al corpo: ti pervade subito un senso di bellezza e calma, che questa natura selvaggia, che stranamente bene si integra con le molte case e i popolarissimi resort disseminati per tutta la valle, sfrontatamente offre in questo angolo dell’Arizona. Le montagne rosse che ti circondano (alcune con molti ghirigori che ricordano Arches, altre più scenografiche, alla Monument Valley) sono in realtà un insieme infinito di colori, esaltati ancora più dal verde delle tantissime piante che ne ricoprono la base e che rendono le tantissime passeggiate che si possono fare qua davvero un piacere. Sedona è infatti un paradiso per chi ama l’hiking e i trekking, e nonostante richiami ancora molti ritiri spirituali anni 80, rappresenta davvero un posto ideale per un lungo weekend in mezzo alla natura, essendo così vicino a Phoenix (due ore di auto) e con una così vasta offerta di alloggio. I due paesi, West Sedona e Sedona, a parte la vista magnifica, sono anche molto carini e pieni di negozietti e ristoranti e direi che non guasta questa sosta così rilassante prima di affrontare altri parchi (noi abbiamo poi passato due giorni al Grand Canyon, maestoso ma anche un po’ overwhelming). Sul blog ho messo le camminate che abbiamo fatto noi in due giorni e una notte in questo luogo incantevole. Vi aspetto!
Elisabetta Girardi.