Mia figlia e’ nata negli Stati Uniti, qui ha cominciato ad andare a scuola fino a completare il suo curriculum scolastico, e tutto nello stesso distretto scolastico. Non ci siamo trasferiti durante i suoi anni scolastici, siamo rimasti nello stesso luogo. Non si puo’ quindi dare la colpa di cio’ di cui vi parlo oggi ad una vita nomade, come capita a molti espatriati.
Degli amici degli anni della scuola glien’e’ rimasta una, con cui si e’ rivista qualche volta durante gli anni universitari, se capitava che si trovassero da queste parti contemporaneamente. Si sentono ancora, anche se entrambe hanno finito l’universita’ e vivono lontane. E questo forse e’ gia’ un buon segno.
Ma una?
Di tutte le altre non si ricorda forse neanche il nome o la faccia. Sparite, svanite nel nulla.
Che sia strana mia figlia?
Ne ho parlato con molte mie amiche e questo succede praticamente sempre. Perche’?
L’ho chiesto anche a lei e mi ha risposto che non saprebbe di cosa parlare, che allora erano bambine e non avevano altre alternative, ma sono cambiate e non hanno piu’ punti in comune.
Eppure io me le ricordo le loro risate e la loro complicità. Me le ricordo chiuse nella stanza di mia figlia… quante chiacchiere facevano? Mi ricordo gli sleepover a casa di una o dell’altra. Ma quanti visi ho visto passare, quante amicizie sparire anche in quegli anni: un anno amiche-amiche, l’anno dopo pufff! “Non ti vedi con____?” “No, non la vedo neanche più a scuola”
Troverete leggendo il mio post la risposta a questo quesito: perchè ci sono aspetti molto belli nel crescere negli Stati Uniti, ma anche tanta solitudine, specialmente negli anni delle medie e delle superiori e una certa incapacità a creare rapporti duraturi.
Questo aspetto deriva dal modo di pensare e di interagire con gli altri degli Americani, dalla facilita’ con cui si chiudono una porta dietro senza rimpianti. E questo e’ il bello ed il brutto di crescere qui.
Claudia, Un’alessandrina in America
Una opinione su "Crescere in USA: il bello, il brutto ed… il cattivo"