Quando mi sono trasferita negli Stati Uniti, internet era agli albori e allora quando si parlava di occasione ” social” si intendeva il ritrovarsi al bar o a casa di qualcuno.
Per questo motivo quando mi sono trasferita negli Stati Uniti ho riempito gli scatoloni e poi il container di tante cose inutili.
Ho portato di tutto: dal forno al microonde italiano, al “Centogradi”, quel pulitore a vapore che serve per pulire a fondo. Tutte queste apparecchiature elettriche sono finite direttamente dal container alla cantina e non sono mai state usate.
Dopo 20 anni dalla cantina sono passate direttamente al riciclo. Un vero peccato ed uno spreco notevole che avrei potuto evitare se solo avessi saputo le cose che ora so.
L’unico apparecchio usato fu il televisore italiano ed il video registratore sempre italiano con cui facevamo vedere a nostra figlia le videocassette con i film Disney in Italiano ( video cassette, ci pensate? Il Medioevo!).
Per usarli avevamo un trasformatore che pesava un quintale e teneva un sacco di posto.
Nessuno mi aveva aiutato, nessuno mi aveva detto che molte delle cose che sono arrivate qui, sarebbero potute rimanere in Italia.
Nessuno sapeva niente, perchè nessuno ci era passato prima di me.
Cioè che ci fosse un voltaggio diverso e che l’elettricità fosse 110 V lo sapevamo, ma che sarebbero costati di più dei trasformatori che comprare un nuovo microonde o altre apparecchiature, quello non lo sapevamo.
Allora non essendoci FB o altri social, i dubbi erano e restavano i tuoi e se non avevi un amico che aveva fatto un trasferimento all’estero, portavi appunto, tante cose inutili.
Ed io ad Alessandria ero ancora una mosca bianca: un trasferimento all’estero sembrava ancora una cosa improbabile nella mia generazione
Buona lettura,
Claudia, Un’alessandrina in America
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